Il racconto degli ortopedici nei reparti Covid19: «mi sono sentito impotente, capace di fare niente»
Articolo a cura di Liana Zorzi pubblicato su OrthoAcademy.it
STORIE DELLA PANDEMIA
Al tempo dell’emergenza sanitaria più grave degli ultimi 100 anni, il solo pensiero che l’ortopedico “ti curi la polmonite” dovrebbe motivare le persone a stare a casa, secondo l’affermazione diventata virale del virologo Fabrizio Pregliasco. Non possiamo dargli torto: difficile immaginare cosa possa fare un ortopedico in un triage Covid19 o in una terapia intensiva o subintensiva.
Per questo abbiamo aspettato che calasse il peso sugli ospedali e cercato alcuni degli ortopedici che si sono messi a disposizione per l’emergenza. Nessuno degli intervistati ha però voluto che venisse riportato il proprio nome. Sono ortopedici di città duramente colpite da Sars-CoV-2 in Lombardia ed Emilia Romagna. E chi li conosce, forse stenterà a riconoscerli in queste parole…
Come è stato il tuo ingresso nel reparto Covid?
> Mi sono offerto come volontario per il reparto Covid19 del mio ospedale appena è scoppiata l’emergenza.
> Anche io, ho dato la mia disponibilità come volontario quando ho visto il mio ospedale cambiare faccia, da un giorno all’altro, letteralmente modificare percorsi, divise, nomi delle aeree, una tenda fuori dal pronto soccorso.
> Vestirsi, il primo giorno, con la tuta, la maschera, visiera protettiva e casco, è stato subito emotivamente molto più pesante di quanto pensassi. Niente però a confronto con il senso di impotenza che ho provato come ortopedico.
> Sebbene come chirurghi siamo …continua a leggere
Foto: Reparto Covid dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba [provincia di Como] (da Facebook)